Campagna fondi 2019
Sapeva già salvare una vita, a 16 anni
Quando il cuore della mamma ha smesso di battere, Stefano, 16 anni, sapeva di dover applicare le manovre salvavita, comprimendo il torace per almeno cinque centimetri, cento volte al minuto. Così ha imparato a scuola.
Il 6 agosto 2019 il cuore di Michela, 48 anni, smette improvvisamente di battere. Nessun sintomo premonitore, almeno in apparenza. Quella mattina avverte solo un po’ di prurito alle mani e un lieve dolore al braccio, ma decide comunque di andare a far la spesa in paese. Una volta a casa, le sembra di avere la pressione bassa. Stefano, il figlio sedicenne, sente che la mamma ne parla con il nonno. All’improvviso Michela perde i sensi, Stefano riesce ad afferrarla appena in tempo per attenuare l’impatto della caduta. Il ragazzo sa bene cosa bisogna fare in questi casi: ha infatti seguito due corsi BLS-DAE, la prima volta in IV media e successivamente frequentando il corso soccorritore per l’ottenimento della licenza di condurre.
Distende la mamma per terra, la dispone in posizione laterale di sicurezza e chiama subito il 144. L’operatore chiede di verificare se la paziente respira. Stefano appoggia il suo viso a quello della mamma, sente che non respira più. Inizia subito una manovra di rianimazione chiamata “trentadue”, vale a dire trenta compressioni e due insufflazioni.
Chiede quindi al nonno di andare in strada per accogliere l’equipaggio di pronto intervento, mentre lui rimane in contatto telefonico con la Centrale Ticino Soccorso 144. Il ragazzo continua le compressioni senza sosta, fino all’arrivo dell’ambulanza. Poco dopo sopraggiungono anche polizia e guardie di confine, allarmati grazie alla rete cantonale di First Responder. I soccorritori professionisti proseguono le manovre salvavita iniziate da Stefano. Dopo alcune scariche con il defibrillatore il cuore di Michela riprende e battere. Nel frattempo arriva l’elicottero della REGA che trasporta la paziente al Cardiocentro di Lugano, dove è operata d’urgenza. Le viene applicato uno stent per liberare un’arteria che si era occlusa. Michela è salva. Seguono due settimane di degenza al Cardiocentro e cinque di riabilitazione alla Clinica Hildebrand. Oggi ha ripreso una vita normale.
Grazie ai corsi BLS-DAE, Stefano è riuscito a praticare un efficace massaggio cardiaco, permettendo di inviare prezioso ossigeno al cervello della mamma, rimasta per 31 minuti con il cuore fermo.
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